Fiandre in Belgio significa tradizione, forse sinonimo di leggenda. Per noi significa semplicemente “Ciclismo”. Quel ciclismo che riesce ad aggregare tutti; a portare sulle strade un milione di persone; a concentrare sui muri persone di ogni genere: dal più grande appassionato di ciclismo al bambino che gioisce per una giornata in compagnia della sua famiglia.
Il Fiandre è una festa; la più grande festa del popolo del ciclismo. Bandiere fiamminghe ovunque, distese erbose convertite in grigliate comuni, persone che si conosco per la prima volta ma è come se si frequentassero da una vita. Una corsa attesa per un anno interno; quasi una festa nazionale per l’intero Belgio.
La Ronde Van Vlaanderen, però, non è una corsa per tutti; c’è poco da fare: il pavé, specialmente se in salite al 18%, o lo ami o lo odi.
C’è una linea molto sottile tra chi ama il pavé e chi, invece, lo detesta; molto probabilmente rappresenta il vero e proprio odi et amo del ciclismo.
Tutti noi, da appassionati, vorremmo essere in grado di fluttuare leggeri su quelle pietre così tanto affascinanti. Tuttavia, molto spesso, ci ritroviamo a faticare e a soffrire provando a vivere le sensazioni dei nostri idoli.
Alcuni di noi vorrebbero avere l’eleganza e la destrezza di Tadej Pogacar sull’Oude Kwaremont; altri vorrebbero avere la potenza dimostrata da Mathieu Van Der Poel nella volata vincente della 106 Edizione della Ronde.
Tutti siamo accomunati, però, da un’unico - grande - valore: la passione per lo sport e per il ciclismo!
Certi giorni, proprio come successo ai ragazzi del Team TotalEnergies, può non andare per il meglio o, almeno, non come vorremmo o ce lo saremmo immaginati.
Capita! Fa parte del gioco; fa parte di quella linea sottile che rende il Fiandre e il suo pavé una delle corse più speciali del mondo.
